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UN ORGANO DI LATTA A RIMINI


Quando la guerra è lontana, anche dietro il filo spinato di un campo di prigionia possono tornano speranze e progetti.



Il 15 Maggio del 1945 gli inglesi dell’Ottava Armata crearono, vicino a Rimini, un gigantesco campo di prigionia per i prigionieri tedeschi.

Si estendeva da Cervia a Riccione e fu il più grande campo di concentramento costruito sul territorio italiano.

Furono gli stessi prigionieri tedeschi a chiamarlo “Enklave Rimini”.

Poteva contenere fino a 150.000 prigionieri.

Nei due anni che il campo fu aperto si stima che ve ne transitarono fino a 300.000.

In questo campo vennero rinchiusi non solo tedeschi, ma anche collaborazionisti di varie nazionalità: russi, ungheresi, ucraini, danesi, polacchi, romeni, fiamminghi, inglesi e italiani per via dei repubblichini nostri connazionali che vennero anche loro, ovviamente, imprigionati.

In questa società multiculturale nacquero giornali, orchestre sinfoniche e da ballo, club filatelici, gallerie d’arte, cinema, ospedali, tipografie e compagnie teatrali. Addirittura vide la luce una sorta di Università con 60 docenti chiamati dalla Germania.

Un giorno ad un certo Eusebius Schäbung , organaro tedesco, venne in mente di costruire un organo a canne che accompagnasse le funzioni religiose che si tenevano regolarmente nel campo.

Ad esso si unì la collaborazione del maestro organaro Werner Renkewitz.

I due pazzi cominciarono, con molta pazienza, alla raccolta del materiale che sarebbe servito per un simile, folle progetto.

Vecchie lattine e scatole di biscotti diventano canne d’organo. 50 vecchie casse di legno e contenitori per alimentari si trasformano nei somieri e nella cassa per lo strumento.

il fil di ferro serve per le catenacciature.

una vecchia braga di cuoio, i gambali di vecchi stivali e un soprabito militare vennero utilizzati per produrre le guarnizioni delle valvole e dei somieri. Il peltro per le saldature si ricava da taniche fuse.

Un sacerdote del campo appoggiò il progetto e procurò del materiale proveniente dall’esterno.

Fra i prigionieri si unirono poi molti artigiani, artisti e architetti, e uno dopo l’altro si aggiunsero costituendo un gruppo di lavoro di 12 collaboratori.

Il miracolo: l’organo fu pronto in soli 3 mesi.

Il test di funzionamento venne eseguito venerdì 13 settembre 1945, alle ore 20 e 15.

Due giorni dopo, domenica 15, venne celebrata la prima messa: un coro di circa 1000 voci venne accompagnato dall'organo di latta.

Alla messa partecipò anche il vescovo di Rimini.

L’organo venne battezzato con il nome “Jubilate”, ma passerà alla storia come l’organo dei prigionieri oppure come l’organo di latta.

Da allora suonò due volte al giorno: durante le funzioni del mattino e quella serale.

Venne sistemato in un capannone che fungeva non solo da luogo di culto, ma ben presto si trasformò in una sala da concerto (la Deutschlandhalle), dove diede prova delle sua capacità in diverse occasioni.

L'organo era composto da 502 canne per 12 registri. aveva un tastiera di 48 tasti ed una pedaliera.

La disposizione fonica era la seguente.

Manuale:

Principal 8’ – Gedackt 8’ – Octav  4’ – Flöte  4’ – Nasat 3’ – Superoktav 2’ – Terz 1 3/5’ – Mixtur 3 fach 1 1/3’

Pedale:

Subbaß 16’ – Bordun 8’ – Nachthorn 4’ – Posaune 16’.

L’aria era fornita da un sistema idraulico simile a quello dell’antica Roma.

Un generale inglese indisse un concorso fra i prigionieri per le decorazioni dell’organo. Le due ante furono dipinte dal pittore Peter Recker con due angeli in un giardino fiorito, uno con il liuto, l’altro con il violino.

La canna di Do del Principale 8 piedi sostituì più tardi la grande croce al centro del prospetto.

L’iscrizione sopra il manuale dell’organo dice:

Chi mai sarà che un domani,
noi saremo già lontani,
su questi tasti poserà le mani,
un brivido avvertirà
e religiosamente rifletterà
sui prigionieri e sul buio durato tanti anni.”

Alla fine della guerra, l’organo venne donato dal Vescovo di Rimini, Luigi Santa, alla parrocchia di Sant’Agostino, per diverso tempo Duomo di Rimini.

Sembra che la sua collocazione doveva essere su una seconda cantoria, appositamente costruita sul lato destro della navata di fronte a quella attualmente esistente, su una parete dove oggi è esposto un Cristo di Giovanni da Rimini.

Un incendio distrusse quasi completamente l’organo, probabilmente prima ancora di essere collocato al suo posto.

Oggi è presente sul web un sito tedesco esclusivamente dedicato a quell’organo con l’intento di recuperare risorse per ricostruirlo, dal quale peraltro è stato tratto parte del materiale presente in questa pagina, e in cui è presente anche una sua registrazione sonora dell'epoca.

L’attività è però ferma a prima dell’avvento del covid, non è stato possibile sapere se il progetto proseguirà, poiché non rispondono ad alcun contatto.

https://www.rimini-orgel.de/it/home.

grandòrgano.it ha pensato di rinverdire il ricordo di quello strumento con una sua ricostruzione virtuale, visibile nel filmato allegato, nella speranza che si rimetta in moto la macchina della ricostruzione.

 



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