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L’ORGANO DI THEOPHILUS PRESBYTER


Ovvero quando gli organi si suonavano tirando e spingendo



Nel XII secolo, Theophilus Presbyter, italianizzato in Teofilo, monaco che visse  nel monastero di Helmarshausen vicino a Paderborn intorno 1125, scrisse il De diversis artibus o Diversarum artium Schedula, un ricettario che rappresenta una sorta di enciclopedia del sapere tecnico del medioevo nel campo dell'arte e dell'artigianato.

(London, British Library, Harley MS 3915, fol. 9v: incipit Theophilus,
De diversis artibus)

Il ricettario si compone di tre libri in ciascuno dei quali annotò i segreti degli artigiani di qualunque categoria lavorativa: pittori, vetrai (peraltro citò importantissimi esempi su come venivano costruite le vetrate delle cattedrali), fabbri, orefici.

Epoca in cui la stampa non era stata ancora inventata, di esso ne esistono almeno 25 copie distribuite in tutta Europa, non sempre copie complete, purtroppo quai mai con immagini.

Nel terzo libro tratta anche dei costruttori di strumenti musicali, tra i quali l’arte di costruire un  organo.

Lasciò la descrizione dettagliata di uno dei più antichi organi a canne di cui si abbia documentazione, tenendo conto che il Syntagma musicum di Michael Praetorius, nel quale è stato descritto l’organo del duomo dei Santi Stefano e Sisto ad Halberstadt oggetto di altra scheda, è del 1619.

Gli organi a quell’epoca erano quasi esclusivamente positivi e privi di tastiera ma muniti di valvole che venivano aperte con le mani tirandole dentro e fuori dalla loro sede.

(Miniatura del manoscritto del Libro di preghiere di Santa Elisabetta (XIII secolo). Vienna, Biblioteca nazionale.)

Teofilo annotò nei minimi dettagli la costruzione di quell’organo organo del suo tempo. Ne definisce le misure usando il pollice e la falange, ossia l’apertura della mano, il cubito e il piede (a quell’epoca chiamato “scarpa”), unità di misura di allora ed in parte conosciute ancora oggi.

Usa la dimensione di un uovo di quaglia come unità di misura per la lunghezza delle canne.

Così è stato possibile ricostruirlo e quindi farci entrare nel mondo sonoro di un organo del periodo romanico.

Jürgen-Peter Schindler lo ha ricostruito nella prima metà del secolo scorso, e la copia è oggi visibile nel Orgelbaumuseum Schloss Hanstein di Ostheim vor der Rhön, in Baviera.

Ogni valvola, come è possibile vedere nell’immagine, apre contemporaneamente 3 canne.

Suonano contemporaneamente la seconda, la terza e la quarta nota della serie armonica, ovvero la fondamentale, la quinta e l'ottava.

Questa miscela ha una peculiarità: per un particolare fenomeno acustico si aggiunge alle tre una quarta canna virtuale nel tono fondamentale, amplificando così il suono.  Di conseguenza, vengono emessi 4 toni, sebbene vengano utilizzate solo 3 canne.

Questa combinazione è ancora usata oggi nella costruzione di organi nel registro classificato come  acustico 32 '(16' + 10 2/3 '= 32').  In diverse indicazioni si attribuisce questa scoperta a Tartini (1692-1770), e la combinazione dell’acustico 32 si limita a due canne sole, che comunque riproducono come canna virtuale l’ottava superiore.  Ma da quello che risulta dal  De diversis artibus era una tecnica già conosciuta nel XII secolo.

L’organo dunque veniva suonato aprendo le valvole tirandole verso l’esterno.

Un esempio filmato è visibile su youtube:

L’organo utilizzato nel filmato è un’altro strumento medievale ricostruito: l’organo dell'abazia di San Pierre a Moissac in Francia, ricostruzione di un organo del X° secolo per molti aspetti simile.

L'aria veniva generata da tre mantici a terra.

La serie di toni generata dall'organo si basa sui sei toni dell'esacordo guidoniano naturale, con l'aggiunta del si e di altro semitono.  In tutto 8 valvole.

La musica prodotta era ideale nel periodo romanico, l'organo supportava il cantore del canto fermo, base del canto gregoriano monodico.

È probabile che l'organo suonasse alternato al canto, in una modalità simile al canto responsoriale.

Ancora oggi, a distanza di più di 1000 anni, questo modo di interpretare il canto gregoriano è convincente e dà un'idea del profondo significato che la musica aveva già all'epoca sulle persone.

 



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