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QUANDO L’ORGANISTA ERA UNA BESTIA
Breve viaggio organistico nel Mondo alla Rovescia

Sfogliando manoscritti medievali, si possono incontrare spesso animali suonare gli strumenti più disparati.
L’organo a canne non è da meno.

(Fitzwilliam Museum, Macclesfield Psalter, f. 8r)

Ciò che è particolarmente interessante di questi disegni marginali è che animali, figure umane e grottesche (definite dalla British Library come: “una figura ibrida e comica, che spesso combina elementi di varie forme umane e animali”) sono riprodotti spesso anche in gruppo.

(book of hours, France 15th century.)

Le proporzioni prevedevano animali a misura d'uomo in ​​miniatura accanto a figure umane.

A volte questi animali, grotteschi o umani venivano disegnati come un'estensione della decorazione del bordo. È comune vedere tutti i tipi di animali che fanno cose umane come cacciare, giostrare, battagliare e, spesso, suonare strumenti musicali.

(Royal 15 D III f 506)

Queste immagini vengono genericamente definite drôlerie, figure dall’aspetto curioso e mostruoso oppure scene divertenti o tragiche spesso per nulla collegate ad alcun avvenimento reale e soprattutto che non avevano riferimento al testo scritto nel codice.

Come ha scritto Cory Doctorow in un suo articolo: “i margini dei manoscritti medievali sono stati il campo di gioco di monaci annoiati con un senso dell’umorismo un po’ macabro”.

(Fitzwilliam Museum, Macclesfield Psalter, f. 8r; Gorleston Psalter, 14th century - 106v)

Questo tipo di decorazione era accettata in epoca medievale.

(Add 49622, 14th c.)

Scene marginali rappresentavano la vita quotidiana capovolta, facevano cioè parte di quella tipologia culturale che passa alla storia col nome di “Mondo alla Rovescia”.

(British Library Stowe MS 17 'The Maastricht Hours' f13r;  Arundel 83 f. 55v)

Particolarmente interessante è che spesso vediamo le scene più curiose e ridicole ai margini dei testi religiosi, al punto che sorprende come questo fenomeno fosse consentito in tali libri, tenendo conto che molte di queste miniature erano, peraltro, alquanto “scurrili”.

(MS Douce 266, c. 1480-1500. Bodleian Library)

Per quanto riguarda il coniglio, particolarmente presente, riportiamo quanto presupposto da sant'Ambrogio: l'animale alludeva alla doppia natura di Cristo - divina e umana - per via del suo manto che da bruno diventa bianco nella stagione invernale: un riferimento alla Resurrezione e alla festività della Pasqua che nel corso del Medioevo rimase in secondo piano, per affermarsi definitivamente solo a partire dal XV secolo nelle aree di cultura tedesca.

(Gorleston Psalter, 14th century - 106v)

Prima di allora conigli e lepri avevano ben poco di pasquale - almeno nell'iconografia - ed erano rappresentati con significati molto diversi.

(Fitzwilliam Museum, Macclesfield Psalter, f. 8r; Gorleston Psalter, 14th century - 106v)

Per via della nota prolificità dell'animale, una delle simbologie del coniglio era quella della fecondità e della lussuria, che ne faceva un attributo di Venere, comparendo spesso nelle raffigurazioni di coppie di amanti.

(Luttrell Psalter (england))

In ogni caso l'iconografia bestiaria è riscontrabile anche in vari affreschi e sculture presenti in molte chiee d'Europa.  Un esempio organario:

(dettaglio di affresco presente nella chiesa di Harnevi, Uppland, Sweden, dipinto da Albertus Pictor nel 1480)

IL MONDO ALLA ROVESCIA

(da Wikipedia)

Il mondo alla rovescia (in latino mundus inversus) è un tòpos dell'immaginario collettivo e della creazione artistica e narrativa, ricorrente in ambito letterario e iconografico, nel quale si propone un radicale rovesciamento di ruoli e relazioni sociali, il sovvertimento dei valori correnti e accettati, delle norme e delle gerarchie sociali, dei rapporti di forza tra soggetti diversi. La trasgressione insita nel capovolgimento dell'ordine sociale e simbolico può essere immaginata realizzarsi all'interno di una sfera circoscritta (ad esempio, nel mondo umano) o avvenire nell'interazione tra sfere e mondi diversi (ad esempio, nei rapporti tra regno animale e uomini).

Il tema del capovolgimento ricorre in opere letterarie fin dall'antichità, ma è molto frequentato anche in ambito figurativo, in quest'ultimo caso con scelte iconografiche delle più varie: a volte, la metafora del mondo rovesciato si sostanzia semplicemente in una rappresentazione artistica di un vero e proprio ribaltamento dell'ordine fisico o posturale, con uomini che camminano sulla testa e i piedi rivolti all'insù, pesci che volano, o altre iconografie.

Il rovesciamento del mondo si sostanzia spesso nelle forme di rappresentazioni con inversioni di ruoli e relazioni tra bestie ed esseri umani (lepri che cacciano uomini, animali che cavalcano esseri umani, pecore che tosano il pastore, ecc.).

In altri casi, si assiste all'inversione simbolica di relazioni gerarchiche, con figure subordinate che assumono un ruolo sovraordinato rispetto al consueto tenore dei rapporti di forza e potere con le loro controparti (servo/padrone, ricco/mendicante, maestro/allievo, genitori/figli, sacerdote/fedele, marito/moglie, femmine/maschi ecc.), con travolgimento del consueto ordine sociale.

Immagini di tal sorta sono ricorrenti nell'arte medievale, in sculture e manoscritti miniati, a partire dal risveglio del XII secolo[1], fino agli incunaboli e alle incisioni delle cinquecentine.

In varie culture e tradizioni popolari esistono momenti istituzionalizzati in cui sono ammesse, o tollerate, riproduzioni o messe in atto di situazioni che comportano un temporaneo ribaltamento di ruoli e gerarchie, inammissibili in contesti usuali: un esempio è il Carnevale della tradizione occidentale, durante il quale il travestimento e l'allentamento dei vincoli nelle relazioni sociali consentono, ad esempio, alla persona umile di atteggiarsi a ricco o a prendersi beffe del vero ricco con giochi e lazzi che possono trascendere fino alla grave offesa.

Il Carnevale, a sua volta, trae origine da un'antica istituzione della civiltà romana, i festeggiamenti dei saturnalia, durante i quali, ad esempio, era tradizione che per un giorno si invertissero i consueti ruoli gerarchici tra padrone e schiavo, con i primi a cucinare e servire il pasto ai secondi.



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